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Musica e innovazione: il punto di vista di Filippo Sugar
Filippo Sugar, 43 anni, nuovo Presidente di Siae, ama l’innovazione ed il cambiamento. A capo del gruppo di famiglia – Sugar Music – fondato nel 1932 dal nonno Ladislao, Filippo Sugar ha deciso di rimanere dalla parte di autori ed editori, entrando (per così dire) nel mondo della tutela dei diritti d’autore per un faccia a faccia con un mercato, musicale ed editoriale, in piena rivoluzione. Il web, infatti, ha modificato il mondo della distribuzione e lo streaming ha tolto il supporto fisico alle opere. E’ evidente che per chi naviga in questo mondo da sempre, le novità del settore sono più facili da digerire.
Ma come vede Filippo Sugar l’innovazione? Sicuramente, mai fine a sé stessa, ma sempre indirizzata ad un cambiamento. Detto questo, la direzione è il futuro, ma tenendo conto delle proprie radici. In questo senso, Sugar conferma l’importanza della propria storia e del proprio legame con l’esperienza da cui proviene. Ecco perché, di fondo, Filippo Sugar guarda gli autori ed editori dalla stessa prospettiva di sempre: come partner nella protezione della creatività e per l’accrescimento del business. Con soddisfazione di tutti i player in gioco, compresi coloro che voglio utilizzare le opere.
Pensare al futuro, guardando al passato, con i piedi ben saldi nella tradizione italiana, capace di creare contenuti che aiutino la diffusione della cultura del Bel Paese nel mondo. In tutto ciò, Filippo Sugar è aiutato dalla propria formazione internazionale, iniziata alla Scuola Americana di Milano e continuata presso l’Università di Bruxelles. Guardare gli stessi problemi da un’ottica diversa come può essere quella di un’altra cultura si rivela importante per la scelta di soluzioni che saranno necessariamente innovative. Imparare a dare valore a ciò che si ha di fronte, vedere tutto come opportunità, trasformare le difficoltà in vantaggi rende il confronto con il “fuori” più fluido, soprattutto se la storia che si ha alle spalle è solida. Filippo Sugar è figlio d’arte, non solo perché erede di un grande gruppo e perché figlio di Caterina Caselli, ma anche perché prosecutore di nomi importanti che hanno dato vita a Siae nel lontano 1882.
E di questa esperienza Filippo Sugar si dimostra fiero, come dovrebbero esserlo tutti gli italiani per le capacità creative che posseggono in campo musicale, ma non solo. Certo, parlare di musica non è come raccontare le nostre specialità culinarie o la moda o un certo modo di vivere che attrae turisti da tutto il mondo. Però molti compositori e direttori d’orchestra parlano italiano: cosa c’è di più bello di un “andante con brio”? Fare musica è un lavoro artigianale fatto di creatività e passione. Siae, all’interno di un mondo globale e digitalizzato, deve strutturarsi per tutelare la possibilità di diffondere la cultura italiana nel mondo.