MINA. Da semplice ragazza a “tigre di Cremona”

Personaggi come Mina sono ormai famosi non solo come cantanti ma come icone di stile, di moda e della cultura. Dal 1958, anno di esordio, la voce di Mina è stata e rimane l’intramontabile colonna sonora dell’Italia nel mondo. Regina indiscussa della musica internazionale, ha attraversato questi molteplici anni di carriera con la capacità di sapersi sempre rinnovare pur rimanendo continuamente attaccata alle sue credenze e soprattutto fedele a se stessa. Ha cantato di tutto e di più, cito ad esempio opera lirica, canti religiosi, canzoni napoletane, sapendo reinterpretare con il suo stile Battisti, De Andrè, Cocciante, Gaber e tanti altri grandi della musica italiana e di quella internazionale (fra tutti ricordo i Beatles). L’abbiamo sentita duettare con tanti grandi della musica italiana fra i quali Adriano Celentano, Renato Zero, Lucio Battisti e molti altri, ma la sua voce ha sempre spiccato su tutto e tutti.

Molti ancora oggi si domandano perché Annamaria Mazzini abbia scelto quale nome d’arte Mina. Fin da bambina gli piaceva essere chiamata Mina in quanto furono i genitori a chiamarla in questo modo da piccolissima. Il padre Giacomo veniva chiamato in famiglia “Mino” e sembra proprio che il nome di Annamaria sia stato trasformato in Mina per l’amore che la figlia aveva per il suo papà. Fin dalle classi superiori, Mina non era molto entusiasta di diventare una ragioniera. Aveva poca voglia di studiare e solo la matematica le piaceva un po’, mentre le altre materie erano per lei poco gradevoli. La prospettiva impostagli dai genitori, di studiare lingue dopo il conseguimento del diploma, gli stava “stretta”. A lei piaceva acquistare ed ascoltare dischi di musica jazz ma anche di Frank Sinatra ed Elvis. Passava i suoi pomeriggi ad ascoltare musica e dall’estate del 1958 iniziò a cantare proprio sulla base delle canzoni conosciute.

Come ci ha sempre abituato, Mina di tanto in tanto ci regala un disco. Sarebbe molto difficile immaginare la canzone italiana senza il suo talento e molteplici sono state i testi che la cantante ha voluto interpretare sia della musica italiana che di quella internazionale. I principali che mi vengono in mente sono i successi di Renato Zero, Lucio Battisti, Enzo Jannacci, Claudio Baglioni, Franco Battiato, mentre per i “grandi” … penso sempre ai Beatles. Molte di queste interpretazioni, a mio avviso, sono state realizzate con talmente tanto talento che risultano molto più “preziose” ed emozionanti se confrontate con la versione originale; d’altronde con quella voce che arriva al cuore cosa possiamo aspettarci?

Ho notato che in ogni interpretazione la cantante non stravolge mai la forma ed i contenuti ma li rende semplicemente “interpretati da Mina”. Il mio pensiero è rivolto a “Mina canta Lucio” del 1975 e tutti i brani, ad ogni ascolto, emozionano quasi all’inverosimile. Certamente il merito spetta alla sua voce, profonda e timbricamente estesa tanto amata dagli italiani da essere sempre oggetto di rispetto in ogni produzione ed in ogni caso cornice dei suoi dischi. L’impatto generale con l’interprete è sempre quello di entusiasmo, atmosfera, rotondità. Posso dire – certamente senza sbagliare – una cantante per ascoltatori “maturi”.

Gli autori dei vari testi, anche internazionali, propongono sempre brani a Mina in quanto sanno che tutto ciò che verrà scelto, non rimarrà mai di un semplice disco. E’assodato che tutto ciò che l’artista ha inciso rimarrà indelebile nel tempo entrando a pieno titolo a far parte della storia della musica. Se Mina sceglie di cantare un brano (la scelta spetta sempre a lei con la collaborazione del figlio Massimiliano Pani) questo farà certamente la fortuna di una casa discografica e dell’autore. Di certo c’è che non serve un accompagnamento esuberante per rendere un brano (anche moderno) degno di attenzione, per l’interprete basta solo la sua voce ed aggiungerei la sua strepitosa interpretazione. Cosa dire, inoltre, dei duetti con Fabrizio De Andrè, Fausto Leali, Giorgia, Lucio Dalla, Adriano Celentano, Ornella Vanoni, Tiziano Ferro, Seal e molti altri? Semplicemente fantastici.

Ho iniziato ad ascoltare i dischi di Mina quando avevo venticinque anni, ed oggi avendo superato i quaranta, posso dire che fra vinile, CD e cassette ho quasi completato la sua vastissima discografia “ufficiale” che supera i centoventi album.

Quali canzoni preferisco? “Io Voglio Te” (G. Bigazzi – G. Bella), “Io Domani” e “Semplicemente Tua” (U. Nicolicchia – S. Gelmetti) che a mio avviso rappresentano l’essenza interpretativa della cantante. Apprezzare l’atmosfera riprodotta da un impianto di qualità di “Il cielo in una stanza” (Mogol – Toang con l’accompagnamento al pianoforte del maestro Renato Sellani) oppure di “Emozioni” (Mogol- Battisti), rimane una sensazione indescrivibilmente bella che ogni ulteriore parola risulterebbe superflua. Dal punto di vista dei ricordi, quella che mi porta più nostalgia è “Insieme”. Non c’è molto da dire per quanto riguarda il testo, una semplice lettura porta a far riflettere. Pensare che del brano conservo ancora le registrazioni che da adolescente ho effettuato insieme al mio primo amore con un micro registratore a cassette Panasonic con vari accompagnamenti strumentali fra cui il pianoforte!

Non esiste un disco di Mina da poter essere giudicato in assoluto il più bello. Nel 2009, ad esempio, “Fragile” ha letteralmente conquistato (anche con la versione in vinile rosa a tiratura limitata) anche la nuova generazione d’ascoltatori e le trasmissioni radiofoniche non smettevano di mandare in onda il brano “Adesso è facile” duettato con Manuel Agnelli degli “Afterhours”.

Sempre a mio modesto avviso è nel 1996 che la cantante ha tirato fuori un disco veramente “valido” ed è giunta ad un livello (sotto tutti i punti di vista) quasi irraggiungibile. Sto parlando di “Cremona”. Tralasciando il brano “Dottore” cantato con Beppe Grillo (non comprendo la scelta di Beppe), Mina ha messo in evidenza una voce veramente unica per timbro, per impasto e potenza! Il gruppo di professionisti con il quale si è circonda per l’opera è riuscito a portare l’album fra i più belli – ed intensi – che abbia mai prodotto. Questo rimane sempre il mio pensiero! In ogni caso canzoni come “Volami nel cuore”, “Meglio così”, “Musica per lui”, rimarranno – anche per i posteri – un’icona incancellabile sia per la superlativa espressione ed estensione vocale che per la bellezza espressiva.

Ritengo, inoltre, che gli album pubblicati da Mina fra il maggio del 1964 e del 1967 (sotto l’etichetta Ri-Fi) corrispondano ad un momento magico della carriera della cantante. Ricordiamo che il primo disco pubblicato con l’etichetta discografica era avvenuto nell’autunno del 1963 ed il primo 45 giri in particolare – definito “disco-tris” – con le canzoni “Città vuota”, “E’ inutile” e “Valentino vale” costituiscono – fra l’altro – un tesoro per i collezionisti di vinile capaci di spendere cifre esorbitanti per riuscirne ad avere una copia originale. Proprio con “Città vuota”, inoltre, Mina nel 1964, conquista la hit parade dei 45 giri.

Vorrei sottolineare che Mina vada fatta spiccare anche per le qualità di conduttrice televisiva. Infatti, la ricordiamo in “Studio Uno” (dal 1961 al 1966) un programma d’intrattenimento e divertimento “intelligente” nonché educativo (cosa scarsamente visibile attualmente) molto famoso in quel periodo. Del 1967 è lo spettacolo “Sabato sera”, nel quale la cantante è una vera “fuoriclasse” e riesce a mostrare, malgrado la sua giovane età e grazie alla sua simpatia e carisma, una spiccata padronanza nella conduzione televisiva. Nel 1974 è la volta del programma “Milleluci”, uno show molto elegante e raffinato che propone di settimana in settimana un argomento musicale a tema. Intervengono come ospiti moltissimi artisti tra essi Monica Vitti, Nilla Pizzi, Adriano Celentano, Aldo Fabrizi e molti altri per una media a puntata di oltre 23 milioni di spettatori! Questi programmi sono ancora oggi considerati dalla critica come “buona televisione”. Relativamente l’allontanamento della cantante/conduttrice da parte della TV di Stato, del perché la stampa dell’epoca la ”perseguitava” o perchè l’artista decise di non rilasciare più interviste, non intendo entrare nel merito. Per coloro che volessero approfondire gli argomenti e ricercare le motivazioni, leggendo i molteplici libri dedicati all’artista si troveranno ad analizzare le complesse vicende personali di una ragazza semplicissima e spiritosa che hanno inciso sulla vita dell’artista più amata d’Italia ma, soprattutto, capiranno il perchè ha deciso di vivere in quel modo la sua vita.

Un disco da consigliare? Veramente difficile. Per chi ama la musica jazz, suggerisco “Mina L’allieva” Sony/BMG dove la cantante interpreta le più belle canzoni di Frank Sinatra. Il CD, inoltre, è una “tiratura limitata” ed è stata masterizzato veramente tanto bene da eguagliare i migliori vinili.

Al di la di ogni mia considerazione per Mina, resta il fatto che rimane la più grande cantante ed interprete della musica italiana nel mondo oltre che una bellissima artista della quale poterci perfino “musicalmente” innamorare.

Concludo riportando di seguito quello che il grande Totò disse di Mina: ”Quell’anima lunga che sembra un contrabbasso con tutte le corde a posto, quelle carni bianche da gelato alla crema, quella creatura recita poco e male, ride al momento sbagliato. Ma se si spengono le luci e lei comincia a cantare, da quella voce escono grandi palcoscenici, pianto e risate”.

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