Prestiti personali, attenzione alla privacy

Le società che forniscono servizi di preventivi online per usufruire di prestiti sono obbligate a garantire maggiore rispetto per i richiedenti, che nel momento in cui si trovano in cerca di fonti di finanziamento si trovano in una situazione di forte debolezza: non è quindi possibile utilizzare i loro dati senza consenso per finalità commerciali.

È quanto ha decretato il Garante della Privacy in un recente provvedimento diretto ad un’azienda di intermediazione online alla quale è stato espressamente vietato l’utilizzo dei dati personali degli utenti a fini di marketing, senza un loro specifico consenso al trattamento. “Le società che offrono servizi di preventivi online per l’accesso al credito – dichiara il Garante – hanno l’obbligo di rispettare le regole relative alla protezione dei dati personali e non possono “sfruttare” a fini di marketing la situazione di debolezza dei consumatori nel difficile momento della ricerca di possibili fonti di finanziamento come le cessioni del quinto, o i prestiti personali. Soprattutto nell’attuale situazione di crisi economica”. E’ espressamente vietato quindi l’utilizzo dei dati personali dei consumatori a fini di commerciali. Attenzione quindi quando si ricevono, sulla propria casella e-mail, offerte dalle varie agenzie di intermediazioni, questo significa che i nostri dati potrebbero essere usati indebitamente dalle agenzie contro la nostra volontà.

L’iscrizione nella newsletter della società può avvenire automaticamente durante la richiesta di un preventivo. Tali richieste sono migliaia ogni giorno perciò si è reso necessario l’intervento del Garante. La segnalazione è arrivata da un utente che, dopo il preventivo, si è visto arrivare quotidianamente comunicazioni promozionali da parte dell’agenzia. A seguito di un accertamento l’Autorità ha scoperto che la società sottoponeva agli utenti un modello di richiesta di consenso, già precompilato, che era diretto sia alla fornitura del servizio richiesto, sia per finalità diverse, come il continuo invio di informazioni commerciali. Un modus operandi sbagliato: la legge prevede, infatti, che il modulo per l’assenso riguardo l’utilizzo dei propri dati personali deve obbligatoriamente essere ben distinto da quello per la richiesta di preventivo.

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